Roma Cristiana

Spazio informativo dedicato alle parrocchie romane

La fedeltà comincia dal cuore: Gesù ci invita a una purezza interiore radicale

Nel passo odierno del Vangelo secondo Matteo (5,27-32), Gesù porta a compimento la Legge antica con parole dirompenti, che scuotono le coscienze e interrogano ogni uomo e ogni donna nel profondo. “Avete inteso che fu detto… Ma io vi dico”: questa formula, che ricorre nel discorso della Montagna, non cancella il comandamento, ma lo porta a una pienezza nuova, che coinvolge il cuore, sede delle intenzioni e dei desideri.

Il Maestro non si ferma all’atto esteriore dell’adulterio, ma pone l’attenzione su ciò che accade dentro di noi: anche lo sguardo carico di desiderio può tradire la bellezza dell’amore fedele. È un invito forte a custodire la purezza del cuore, non in senso moralistico, ma in chiave relazionale: l’amore vero non strumentalizza l’altro, non lo riduce a oggetto, ma lo riconosce nella sua dignità.

Le parole di Gesù sono radicali: «Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te». È un linguaggio volutamente iperbolico, che vuole risvegliare in noi l’urgenza di una conversione autentica. La vera lotta spirituale si gioca nel quotidiano, nella scelta di ciò che guardiamo, pensiamo, desideriamo. Nulla di ciò che coltiviamo interiormente è privo di conseguenze.

Il discorso prosegue con un’altra ferita dell’amore: la separazione tra coniugi. Gesù difende l’indissolubilità del matrimonio non come un peso, ma come un segno dell’amore fedele di Dio per il suo popolo. Quando l’amore è ferito, è necessario accompagnare con misericordia, ma senza smarrire la verità del Vangelo: l’uomo e la donna sono chiamati a un’alleanza che non si spezza.

Questo brano evangelico ci chiede di non accontentarci della superficie, ma di entrare nella profondità del nostro cuore, là dove si decidono le relazioni, la libertà, la verità del nostro amore. Un cuore puro, secondo il Vangelo, è un cuore capace di amare senza possedere, di donarsi senza calcoli, di essere fedele non per obbligo ma per grazia.

In un tempo in cui la parola “fedeltà” sembra fuori moda, Gesù ci ricorda che proprio lì si gioca la libertà dell’amore vero. Un amore che non tradisce, ma che costruisce. Un amore che non guarda con desiderio, ma con rispetto. Un amore che non abbandona, ma resta. Anche quando costa.