Roma Cristiana

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Elemosina, preghiera e digiuno nel silenzio, perché il Padre vede nel segreto

In questo tratto potente del discorso della montagna, Gesù ci chiede un atto di sincerità radicale: vivere la fede lontano dagli occhi degli uomini, lontano dalle vetrine dell’apparenza, per custodirla nel segreto del cuore, dove Dio abita.

La fede autentica non cerca l’applauso, ma la relazione personale con il Padre. Per tre volte Gesù ripete con forza: «Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». È una promessa che cambia il nostro modo di agire: Dio ci guarda non per giudicarci, ma per riconoscerci come figli, anche quando nessuno ci vede.

L’elemosina, la preghiera, il digiuno — i tre pilastri della spiritualità biblica — sono gesti che, se vissuti per essere ammirati, perdono forza e verità. Non sono atti teatrali, ma canali di grazia. Se diventano esibizione, restano vuoti. Se restano nascosti, producono frutto.

Gesù ci invita a “non suonare la tromba”, a non trasformare il bene in occasione di vanità, ma a ritrovare il gusto della sobrietà, del silenzio, dell’essenziale. La vera preghiera nasce nel segreto, là dove le parole finiscono e lo sguardo si alza al cielo. La vera carità non cerca ricompensa, ma agisce per amore. Il vero digiuno non ha volto triste, ma riflette una gioia interiore che nasce da Dio.

Il cristiano non è chiamato a nascondersi, ma a non vivere per lo sguardo degli altri. Perché ciò che vale agli occhi di Dio non sempre brilla agli occhi del mondo. E ciò che il mondo ignora, spesso è prezioso nel Regno dei cieli.

Questo Vangelo è un invito a ritrovare la verità della nostra fede: una fede che non ha bisogno di essere mostrata per essere vera, ma che trova nel nascondimento la sua forza. Perché solo chi prega nel segreto, ama nel segreto, dona nel segreto, scopre davvero lo sguardo del Padre che non dimentica nulla e ricompensa nel silenzio.