Le parole di Gesù oggi risuonano come una medicina per il cuore ansioso: “Non preoccupatevi”. Facile a dirsi, difficile a vivere, soprattutto in un mondo che ci insegna a pianificare tutto, a correre, a temere il domani. Ma Gesù non ci chiede superficialità: ci chiede fede.
“Nessuno può servire due padroni”. Il Vangelo inizia con un avvertimento chiaro: non si può vivere divisi tra Dio e il denaro, tra fiducia nella Provvidenza e fiducia nelle proprie sicurezze. Non è un rimprovero, è un invito liberante: Gesù ci libera dalla tirannia dell’ansia.
“Guardate gli uccelli del cielo… i gigli del campo”: la natura diventa maestra di fiducia e semplicità. Dio si prende cura di ogni creatura, e quanto più si prenderà cura di noi! Non perché siamo perfetti, ma perché siamo figli amati.
La chiave di tutto è in una frase centrale: “Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia”. Tutto il resto verrà. Quando mettiamo Dio al centro, quando viviamo secondo il Vangelo, le altre cose — lavoro, salute, relazioni — trovano un ordine nuovo. Non sempre facile, ma più vero e sereno.
Infine, un consiglio pratico e sapiente: “A ciascun giorno basta la sua pena”. Gesù non ci promette l’assenza di problemi, ma ci libera dal peso inutile delle preoccupazioni anticipate, invitandoci a vivere il presente con fiducia e responsabilità.
In un mondo che vive di ansia per il futuro, oggi il Vangelo ci insegna a vivere il presente come dono e occasione di fede.